Possiamo definirlo come l'insieme di operazioni volte ad indagare ed accertare i contenuti delle attività d'impresa, così da poter giungere ad una valutazione economica della azienda. 
Si distinguono due diligence full e limited, in cui la limitazione può essere a livello di estensione della ricerca piuttosto che a livello di tempo dedicato.
Si tratta di un processo tipico all'interno dell'ambito delle operazioni economico-finanziarie, perlopiù volto a verificare le condizioni di fattibilità di un'acquisizione o di un investimento.

Una lettera di intenti (LOI, letter of intent) precede solitamente l'instaurazione della due diligence, indicando i tempi, i passaggi fondamentali e le modalità di accesso ai dati: questi possono essere ubicati in un archivio telematico (e quindi si parlerà di virtual data room) o fisicamente in un'azienda (che prende il titolo di target, essendo quella sotto indagine).
Viene anche firmata una clausola di riservatezza (letter of confidentiality), con la quale le parti si impegnano a non divulgare le informazioni riservate.

Prendendo come esempio una richiesta di due diligence legale su un'acquisizione di un'attività o di una partecipazione, innanzitutto non si può prescindere da un raffronto con le altre analisi del medesimo tipo, ma che vengono svolte in altri ambiti dell'attività stessa (finanziario, fiscale, contabile, ambientale, ecc.).
Solitamente si parte da un'analisi del target, ottenendo ogni informazione che possa essere utile, dall'organigramma alla sede legale, dall'iscrizione al registro delle imprese ai documenti costitutivi. Oltre a questo vanno considerate:
le eventuali trattative in corso che possano modificare la compagnia;
il numero dei soci;
gli organi societari ed i loro componenti;
l'adempimento degli obblighi fiscali e di registro;
Tutto questo per avere un'immagine che sia il più dettagliata possibile dell'azienda che si vuole acquisire o di cui si vuole solo una partecipazione.

Chiaramente da tenere in considerazione sono anche gli aspetti della normativa ambientale, che ormai tutte le aziende ed imprese devono affrontare per l'esercizio della loro attività. 
Visto che come sappiamo la normativa legale in materia ambientale è caratterizzata da nozioni molto tecniche, per sua natura la due diligence legale ambientale necessiterà di indagini e valutazioni appropriate e specifiche (per esempio, in un'acquisizione di un'area industriale bisogna analizzare la contaminazione, le sue eventuali cause e le prospettive future).

Solitamente si inizia da un'analisi molto tecnica sui singoli fattori ambientali.
Il processo di due diligence ambientale sta assurgendo nell'ultimo periodo ad una sorta di procedura di certificazione della qualità ambientale del sito.
A livello di operazione, risulta opportuno dividere il processo in due fasi, una indiretta e una diretta.
Durante la prima fase si svolge l'analisi di tutta la documentazione a disposizione, per ottenere informazioni circa la storia del sito, quali sono le strutture presenti e che tipo di attività si è svolta, unitamente a dei semplici sopralluoghi. 
L'esito normalmente è un parere di conformità che individua o meno la presenza di passività ambientali anche potenziali.
La seconda fase si svolge solo se la durante la prima risulta necessario svolgere indagini dirette, come il prelievo di campioni, censimento dei materiali e analisi di laboratorio.
Tutte queste operazioni risultano necessarie anche e soprattutto per verificare che le passività non contrastino con la disciplina del Testo Unico Ambientale e le altre leggi di riferimento. 
Uno dei fattori che ha portato a rendere più indipendente l'ambito ambientale è proprio il tipo di sanzioni previste per le violazioni della normativa, che rientrano nel penalmente rilevante e che possono determinare condanne importanti. 
Inoltre, passività ambientali non correttamente approfondite possono portare ad ingenti perdite economiche, con il rischio di mettere a repentaglio l'intera operazione oggetto del processo di due diligence.